Tutto ha inizio circa la metà del secolo scorso.
Corre l’anno 1956.
Da una vecchia stalla, Luigi Magoni ricava un piccolo Bar.
La stalla è attigua alla avita «casa marcella»,
abitata, fin dalla metà del XIX secolo, dalla famiglia del patriarca Angelo Magoni, bisnonno di Luigi.
Al Bar viene posto il nome di Marcellino, perché è l’ultimo nato di Casa Marcelle.
Poco tempo dopo, Luigi incontra Antonia Acerbis e se ne innamora. Sarà la donna del suo destino.
Oltre che giovane e bella, Antonia è nata, come Luigi, nell’Altopiano, posto tra la Val Brembana e la Val Seriana, gente bergamasca, seria, concreta e lavoratrice.
Si sposano.
I due uniscono oltre che i cuori anche le forze, condividendo fatiche, gioie e dolori.
Rapidamente al bar si affianca il Ristorante (Antonia è una cuoca sopraffina e vincerà numerosi premi) e poi, nel 1968, l’Albergo, che Luigi costruisce pietra su pietra “letteralmente” con le sue mani.
Il miracolo è compiuto. In dieci anni, la forza di volontà dei coniugi Magoni ha trasformato un povero ricovero per animali in un grande ricovero per uomini e in un rinomato Ristorante.
E come nelle belle favole, la tenacia di Luigi (ormai diventato “Marcellino”) ed Antonia è premiata anche dal Buon Dio, che regala loro tre splendidi figlioli, Barbara, Lara e Marcellino (questa volta il nome è vero).
E dato che non c’è due senza tre, le due ragazze ereditano dal padre, che è maestro di sci presso lo Sci Club locale, la passione per gli sport invernali, diventando ben presto campionesse e vanto dello stesso Sci Club.